Possono i sistemi di gestione conformi alla norma ISO 14001 essere utili anche come modelli organizzativi al fine di fare fronte alle richieste del decreto legislativo 231/2001 ed esonerare l’ente dalla responsabilità in caso di reati ambientali?
La dispensa di Assolombarda mostra come il sistema di gestione ISO 14001 ed il sistema EMAS possono essere applicati rispondendo a due finalità, quella propria di un sistema di gestione in qualità rispettoso dell’ambiente ed una “impropria” in grado di fronteggiare le richieste contenute nel decreto legislativo 231/2001 sulla prevenzione dei reati ambientali.
La dispensa di Assolombarda si rivolge a tutte le imprese che vogliono adempiere ai requisiti richiesti dal decreto legislativo 231/2001 in materia di prevenzione dei reati ambientali sviluppando la loro organizzazione secondo un sistema di gestione ambientale in qualità.
Il decreto legislativo 231/2001 ha infatti introdotto nel nostro ordinamento giuridico un sistema sanzionatorio a carico degli enti, superando il principio della responsabilità penale personale.
L’ente diventa, quindi, destinatario di sanzioni amministrative, penali ed interdittive.
Le fattispecie di reato, a cui si applica la responsabilità penale dell’ente, sono aumentate nel corso degli anni, oggi sono molteplici e di diversa natura, dai delitti informatici, a quelli societari, al diritto d’autore e molti altri fino a ricomprendere, dal 2011, anche quelli ambientali.
Il decreto sui reati ambientali, infatti, stabilisce che non si applichi la sanzione se l’ente dimostra di avere adottato un sistema idoneo ed efficace per prevenire il reato; si tratta di un caso di inversione dell’onere della prova, non è il pubblico ministero a dovere trovare le prove, ma l’ente tenuto a dimostrare la validità e l’efficacia del sistema organizzativo adottato per prevenire la realizzazione di reati tra cui anche quelli ambientali.
Le società devono organizzarsi e realizzare al loro interno sistemi di controllo ed al contempo nominare un organismo di sorveglianza.
Le imprese, sulla base di quanto contenuto nel decreto 231, sono chiamate a valutare il rischio, mappare poteri e responsabilità aziendali, analizzare i procedimenti, e di conseguenza mettere in piedi un sistema di procedure, protocolli, codici in grado di prevenire la commissione di reati imputabili alla società.
Il decreto 231/2011 prevede altresì che il sistema di controllo venga monitorato da un organismo di vigilanza che ne garantisca il rispetto e l’applicazione, in modo da rendere il modello organizzativo adottato dall’ente reale e non puramente documentale o addirittura frutto di un mero adempimento di legge.
Purtroppo la normativa non indica agli enti il tipo di organizzazione da adottare, ed anche la giurisprudenza non corre in soccorso, si è venuta così creando una lacuna difficilmente colmabile. Assolombarda ha raccolto la sfida presentando la dispensa “Il Sistema di Gestione ISO 14001 ed EMAS nella prevenzione dei reati ambientali ex d.legs. 231/2001” in cui spiega come modelli di gestione ambientale in qualità possano essere utili anche come modelli organizzativi per fare fronte alle richieste del decreto legislativo 231/2001 ed esonerare l’ente dalla responsabilità in caso di reati ambientali.
La dispensa in oggetto si rivolge a tutte le imprese che intendono utilizzare i sistemi di gestione ambientale per soddisfare le finalità di prevenzione dei reati ambientali contenute nel decreto legislativo 231/01, la pubblicazione si presta, infatti, ad essere validamente utilizzata in scenari imprenditoriali diversi.
Essa contempla il suo utilizzo sia nell’ipotesi in cui un’azienda abbia già sviluppato un sistema di gestione ambientale al suo interno e voglia su questo creare un modello organizzativo teso a prevenire i reati ambientali, sia nel caso in cui l’ente abbia un sistema di gestione ambientale certificato o registrato a cui si affianca una strutturazione parallela di modello organizzativo ex decreto legislativo 231, sia nel caso antitetico, ovvero quello in cui un ente abbia un modello organizzativo volto a prevenire i reati ambientali ma non abbia un sistema di gestione ambientale, sia, infine, nell’ipotesi, più diffusa, in cui la struttura non abbia alcuna organizzazione strutturata né per rispondere alle richieste del decreto 231, né a logiche di qualità ambientale.